Cara Paola,
ho letto piacevolmente del premio all’agricoltura eroica femminile….che dire c’è ne vorrebbero tanti, quante sono le donne che ogni giorno armate di pazienza, dedizione, amore sacrificano parte della loro vita per inseguire un sogno, per continuare le opere di coloro che le hanno precedute …
Dietro queste donne si celano quasi sempre scelte di amore ed è proprio questo cuore questa grande sensibilità che esce sempre fuori da ogni bottiglia da ogni goccia di nettare verde.
Non credo che la mia storia abbia qualcosa di diverso dalle altre storie, quello che ti posso dire è che io vengo da un mondo apparentemente lontanissimo dall’olio, mi sono laureata nel 1988 a Pavia in Chimica e tecnologie Farmaceutiche, con un sogno nel cassetto quello di fare ricerca, ho subito lavorato nella farmacia paterna, dove mi districavo tra preparazioni galeniche, omeopatia, corsi di aggiornamento e marketing, studiare non mi ha mai spaventato, il mio destino in qualche modo era già segnato dalla nascita….la nostra è una famiglia di farmacisti dal 1836…. mai e poi mai avrei pensato di fare una scelta così radicale!!!!!
È stato ancora una volta mio padre ad influenzarne indirettamente la scelta , come quando mi “consigliò” in tutti i modi a studiare farmacia dopo il liceo classico…. ricordo ancora la sfilza di amici dotti con i quali mi fece parlare per desistere da quella che mi sembrava la scelta più congeniale…. una bella laurea in filosofia.
In tutti questi anni una cosa mi è rimasta impressa ed è stata proprio questa che ha condizionato la mia scelta successiva: vedere mio padre tutti i giorni fare grandissimi sacrifici per conciliare la sua professione di “speziale” con quella di novello agricoltore idealista e un po’ freak , con una missione ben precisa nella testa fare qualcosa per gli altri, per la loro salute, per l’ambiente e dimostrare nel contempo che fare agricoltura naturale e di qualità senza l’ausilio della chimica fosse possibile…dimenticavo erano gli anni ottanta, dove parlare di agricoltura biologica era un ‘eresia.
Lui mi diceva sempre che bisognava fare le cose non perché utili a noi o dettate da qualche contingenza esterna, ma per dovere morale verso gli altri.
Nel tempo di fronte alla scelta di fare della nostra azienda una riserva di caccia o qualcosa da dismettere per me è stato quasi naturale abbandonare il mondo che con tanti sacrifici mi ero costruita e lanciarmi in una sfida ancora più ardua, continuare questo sogno, ancora più fatale è stato un corso di avvicinamento all’olio nel 1999, neanche a dirlo ancora una volta mi aveva iscritto mio padre.
Dal quel momento è stato un crescendo, assaggio dopo assaggio, corso dopo corso, l’olio è entrato nel mio DNA, oggi è una scelta consapevole, gioiosa, critica, da 10 anni mi ritrovo ad esserne la testimone.
Oggi mi sento di dire che tutto quello che ho studiato e fatto in un angusto e severo laboratorio di chimica non è stato invano perché ho realizzato che la terra ,la natura e i suoi frutti non sono altro che la sua più preziosa espressione , parafrasando un noto accademico l’olio altro non è che un prodotto di reazioni biochimiche , non ci resta altro a noi mortali che esprimerne al massimo la sua più preziosa essenza.